venerdì 25 aprile 2008

riunioni di equipe

L’equipe... le riunioni.

 

Riunioni d’epuipe.

Si raccolgono gli elementi sparsi durante tutta la settimana, dei ragazzi e degli operatori, di tutto ciò che è passato dentro, attraverso e nell’immediata vicinanza della cornice.

Si mette a confronto, dunque è il luogo principale dove nascono nuovi legami.

Meglio ancora nelle riunioni d’equipe nasce per la comunità la capacità stessa di legare.

Qualcuno ha detto che il reale ha un carattere sempre traumatico, il reale inteso come presente, come vissuto di ciò che accade nell’immediatezza del suo essere presente.

La riunione degli operatori invece permette, come momento di pensiero vissuto da tutta la casa, di distanziarsi dagli agiti, dalla loro immediatezza.

Questa capacità di distanza e di legame fa tutt’uno col pensiero, con lo spazio psichico necessario per creare un limite, io-non io.

Il gruppo degli operatori non interpreta, ma si fa contenitore dei pensieri dei ragazzi, lì dove gli agiti vengono collocati in uno scambio che è sempre portatore di significati. Questi pensieri contengono gli operatori e i ragazzi e divengono così fonte di trasformazione.

Tutto questo è positivo anche soltanto perché apre un universo positivo e dotato di senso, nel quale c’è uno spazio anche per il resto, per ciò che non era rappresentabile da un soggetto assoggettato alle ripetizioni e preso nella lacerazione.

Nelle riunioni settimanali si produce uno schermo verso la violenza caotica delle pulsioni.

Quando diciamo scambio significativo, ciò che viene ripreso e pensato in riunione, intendiamo innanzitutto e per lo più ciò che provocano i ragazzi negli operatori, tutto ciò che muta e ogni modo col quale i ragazzi si rapportano alla cornice.

La cornice è ciò che viene ristrutturato, verificato, ripensato e adattato durante la riunione.  La cornice infatti viene usata dai ragazzi difficili come strumento per dare significato.

Viene dunque vissuta come stabile, ma deve essere anche variabile se vuole accogliere il cambiamento. Però se lo è troppo e in modo caotico raggiunge una sorta di punto di sutura oltre il quale viene vissuta come perturbante e dissociante.

(sempre liberamente tratto da “La questione psicotica in adolescenza” Barannes.)

 

 

       

 

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